La colostratura dei vitelli: la recente nota ministeriale

Massimo Amadori

Rete Nazionale di Immunologia Veterinaria, Brescia

 

Premessa.

Ogni vitello deve ricevere colostro bovino quanto prima possibile dopo la nascita e comunque entro le prime sei ore di vita. Il vitello alla nascita non dispone infatti di copertura anticorpale, in quanto gli anticorpi materni non sono in grado di raggiungere il sistema circolatorio del vitello attraverso la barriera placentare.

L’assunzione del colostro da parte del vitello nelle prime ore di vita si rende pertanto necessaria perché:

  • la capacità di assorbimento dell’intestino del vitello è massima in tale periodo;
  • fornisce una valida immunità passiva;
  • riduce notevolmente la frequenza di mortalità nelle prime settimane di vita.

La somministrazione del colostro può avvenire direttamente attraverso la suzione da parte del vitello oppure con somministrazione del colostro raccolto da parte dell’allevatore. In tale contesto, i controlli di qualità del colostro bovino sono assai importanti anche alla luce dei risultati ottenuti su campioni di colostro di bovine da latte ad alta produzione, risultati spesso carenti in gamma-globuline (< 60 g/L); il problema è sicuramente più grave nel periodo estivo, che vede purtroppo una concentrazione notevole dei parti di tali bovine, in relazione al ben noto fenomeno di alterazione dell’estro e di ridotta possibilità di fecondazione in tale periodo. Giova ricordare a tale proposito che lo stress da calore che investe il feto bovino nella fase terminale di sviluppo può avere conseguenze a lungo termine: ad esempio, vitelle nate nel periodo estivo hanno peggiori prospettive di carriera produttiva.  Alla luce di tali considerazioni, diversi laboratori veterinari in Italia hanno da tempo adottato e sviluppato saggi per la determinazione della qualità del colostro, nonché per la verifica del passaggio di immunoglobuline al vitello: elettroforesi e analisi densitometrica del colostro e dei sieri di vitello, test della gamma-glutamil-transferasi su siero di vitello e determinazione della concentrazione di IgG sieriche mediante analisi immuno-enzimatiche.

L’urgenza e la necessità di garantire una adeguata colostratura dei vitelli hanno portato alla recente emanazione di una nota ministeriale (vedi allegato), che vuole armonizzare e meglio articolare i controlli su tale aspetto cruciale di sanità e benessere animale, riprendendo in sostanza le indicazioni scaturite nel corso degli anni dalla comunità scientifica.

 

Le recenti indicazioni ministeriali

         Con una nota del 25 marzo u.s. ai Servizi Veterinari Regionali del Direttore Generale Giovanni Filippini (vedi allegato) si afferma che i Servizi Veterinari delle Asl, nell’ambito del Piano Nazionale Benessere Animale negli allevamenti di bovini da latte:

“ – laddove durante il controllo ufficiale siano presenti in allevamento bovini di età compresa tra 1 e 10 giorni-  devono provvedere a un prelievo ematico su tutti i vitelli presenti in questa fascia di età, fino a un massimo di 5 animali, al fine di analizzare la titolazione anticorpale di IgG (Immunoglobuline) e il contenuto di GGT (gamma glutamil transferasi) e determinare così se vi sia stato su tali animali, sia un utilizzo di colostro di buona qualità sia una adeguata somministrazione dello stesso”.

La nota specifica altresì i valori di riferimento per i saggi sopra elencati:

  • –  IgG < 10 g/L – Insufficiente;
  • –  IgG tra 10 e 18 g/L – Sufficiente;
  • –  IgG tra 18 e 25 g/L – Buono;
  • –  IgG > 25 g/L – Eccellente.

È considerato accettabile che fino al 10% dei vitelli abbia un livello insufficiente.
Per supportare l’identificazione delle cause di una colostratura non adeguata, è consigliabile associare al valore di IgG anche il valore di GGT:

  • –  GGT fra 1 e 3gg di vita > 200 UI/L;
  • –  GGT tra 4 e 6 gg di vita > 100 UI/L;
  • –  GGT tra 7 e 10 gg di vita > 75 UI/L;

La nota riporta anche un riferimento riassuntivo di quanto sopra riportato:

  • –  IgG buone e GGT buone = colostratura corretta con buon colostro
  • –  IgG insufficienti e GGT alta = colostratura gestita correttamente ma colostro di scarsa qualità
  • –  IgG insufficienti e GGT bassa = colostratura non corretta

Conclusioni

Come ribadito in un altro articolo su tale sito WEB, l’immunologia veterinaria può fornire indicazioni utili su come valutare l’efficacia delle misure di profilassi igienica e sanitaria adottate in campo, a costi decisamente contenuti e con modesto impegno logistico ed organizzativo. Nell’ambito della sanità animale, l’accertamento della colostratura dei vitelli ha riflessi assai importanti per la valutazione del rischio derivante dalle patologie del periodo neonatale.

Per quanto concerne la problematica del Benessere Animale, è stato ampiamente dimostrato che il sistema immunitario può fungere da efficace “Reporter System” della reazione di adattamento degli animali agli ambienti di allevamento e fornire importanti indicazioni prognostiche sulla possibile insorgenza di malattie condizionate di diversa natura. A tale proposito, l’esperienza ha dimostrato che nei vitelli il rapporto quantitativo nel tracciato elettroforetico tra frazioni gamma1 (di origine colostrale) e gamma2 (anticorpopoiesi autonoma del vitello) è un indice combinato di efficacia della colostratura e di pressione infettante dell’ambiente sul vitello.

L’immunologia veterinaria è in grado pertanto di fornire contributi importanti, in ambiti che vanno dai meccanismi di risposta immunitaria a infezioni naturali e a vaccinazioni, sino ai fini meccanismi di immunosoppressione e di alterata omeostasi della risposta infiammatoria, che preludono all’insorgenza di diverse patologie condizionate di natura infettiva o dismetabolica.